Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11:

Dislivellometro stagione Ski-alp 2014-15: 11.250 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2013-14: 28.750 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2012-13: 16.400 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2011-12: 5.600 m.

Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11: 20.890 m.


lunedì 14 gennaio 2013

Monte Sodadura (2010 m.s.l.m.) e Cima Piazzi (2057 m.s.l.m.) - Ski Alp (da Culmine San Pietro)

Piani di Artavaggio - Valsassina - Prealpi Lecchesi - Lombardia

Relazione attinente all'escursione con gli sci d'alpinismo effettuata in solitaria il 16 dicembre 2012

"Sono un alpinista di piccolo cabotaggio.
E mi piace."
[Toso]
Escursione effettuata anche nelle seguenti date:

  • Monte Piazzi (dai Paini di Artavaggio) Toso e B.C. il 04 gennaio 2011;
  • Monte Sodadura e Piazzi (dai Piani di Artavaggio) Toso, B.C. e Fabri il 16 gennaio 2011;


Il bel profilo del Sodadura

Località di Partenza: Poche centinaia di metri prima di Culmine San Pietro (1220 m.s.l.m.);
Località di Arrivo: Vetta Monte Sodadura (2010 m.s.l.m.);
Dislivello: 800 m. circa;
Tempistica: 2 ore e 45 minuti (il tempo da me impiegato);
Difficoltà: MS;
Esposizione: Sud-Est prevalente;
Punti di Appoggio: Rifugio Nicola (1900 m.s.l.m.) e Rifugio Cazzaniga (1889 m.s.l.m.) entrambi ai Piani di Artavaggio;
Percorso Automobilistico: Dal paese di  Moggio (vedi Ubicazione alla fine di questo post) seguire le indicazioni per Culmine San Pietro. Si segue la strada in salita per alcuni chilometri, poi all'altezza di un tornante che precede di circa 500 metri Culmine San Pietro, si nota, sulla sinistra salendo, una sterrata con dei cartelli indicatori per Piani di Artavaggio e Rifugi Cazzaniga e Nicola;
Discesa: Sul versante Ovest se condizioni buone oppure sul versante Nord;


In rosso la salita al Sodadura, in viola la salita al Monte Piazzi, in blu
la discesa dal Sodadura. Il punto verde indica dove si possono
togliere le pelli in discesa

Premessa: L'ascesa con gli sci d'alpinismo al Sodadura e alla Cima Piazzi (o di Piazzo) può anche essere effettuata partendo direttamente dai Piani di Artavaggio. In questo caso si deve prendere la funivia che dal paese di Moggio (vedi ubicazione) porta all'altopiano di Artavaggio. La relazione descritta in questo post, invece, prevede la partenza da Culmine San Pietro, ma per fare ciò è necessario accertarsi che l'innevamento sia sufficiente. L'ideale è fare il percorso descritto, come ho fatto io, dopo una nevicata. 
Alla salita al Monte Sodadura consiglio di unire la salita alla Cima Piazzi (o di Piazzo), sempre con gli sci d'alpinismo. In questo caso si consideri di aggiungere ulteriori 300 metri di dislivello.
La carrareccia da cui parte la gita per il Sodadura

Relazione: Si parte imboccando l'evidente carrareccia che si dirama dal tornante asfaltato e s'intrufola nel bosco di faggi. All'inizio si notano i cartelli che indicano i Piani di Artavaggio e i Rifugi Nicola e Cazzaniga. La strada forestale che si percorre ha un grande sviluppo e una scarsa pendenza, ciò vuol dire che si sta veramente tanto, pur avendo un passo discreto, ad arrivare ai piani di Artavaggio. Io sono stato un'ora e mezza per arrivarci; si tratta di poco più di 400 m di dislivello. 

La forestale innevata da percorrere con gli sci, si noti la scarsa pendenza

Una volta giunti ai Piani di Artavaggio e lasciato un vecchio skilift in disuso alla nostra sinistra, si prosegue in direzione Nord puntando all'evidente piramide del Sodadura. Si deve aggirare un edificio giallo che probabilmente era un vecchio albergo; uno di quei mostri in cemento armato costruiti negli anni '70 quando il boom economico non si faceva scoraggiare dagli scempi ambientali...


L'inconfondibile vetta del Sodadura 
In rosso il percorso (logico) da seguire

Si risale, in questo modo, la dorsale sud orientale del Sodadura. Finalmente la pendenza incomincia ad essere discreta e, visto che siamo su un percorso di cresta, non è raro che si debba fare qualche pertichetta. 
Qui ha iniziato a formarsi lo zoccolo sotto le pelli. Ci mancava solo questa per rendere la gita ancora più piacevole....
Se l'innevamento non è eccessivo, si può notare, poco dopo aver superato l'edificio giallo, una pietra che, nel 1700, fungeva da cippo confinario tra la Repubblica di Venezia e lo Stato di Milano. Qui infatti passava la linea di confine che arrivava, tra l'altro, fino al Pizzo dei Tre Signori.
Il cippo confinario
Se si volge lo sguardo a Ovest-Nord Ovest, si vedrà la Cima Piazzi (o di Piazzo) che rappresenta proprio un grande invito a proseguire la scialpinistica una volta raggiunta la meta del Sodadura.

La Cima Piazzi o di Piazzo
L'ascensione verso il Sodadura prosegue sempre sulla dorsale Sud Orientale fino a quando si arriva nei pressi di alcune ripide roccette. Qui si deve togliere gli sci e sormontare, per un paio di metri, l'ostacolo roccioso. Non ci sono grossi impedimenti, non sono necessari nè ramponi, nè piccozza e neppure corde di assicurazione. 

La vetta del Sodadura, si noti il passaggio in cui si devono togliere gli sci


Vinto le facili roccette innevate, in pochi minuti si è in vetta al Sodadura.

Foto artistica del Toso
La modonnina di vetta del Sodadura, sullo sfondo la Cima Piazzi

Discesa dal Sodadura: La discesa può avvenire sia sul versante Nord sia sul versante Ovest. Nel primo caso si segue il facile (seppur sottile) filo di cresta. Nel secondo caso ci si butta nella scoscesa parete che si affaccia sui Piani di Artavaggio. Per fare questa discesa si consiglia di verificare l'assoluta stabilità del manto nevoso e di padroneggiare la tecnica di sciata.

La parete occidentale del Sodadura offre un'interessante e non banale
possibilità di discesa

La discesa prosegue su dossi, scegliendo il percorso abbastanza liberamente, fino ad arrivare alla traccia battuta dalle motoslitte. A questo punto si può decidere se proseguire in discesa fino ai piani di Artavaggio e poi da qui ripercorrere a ritroso il percorso di salita, oppure, scelta assolutamente consigliata, ripellare e salire per altri 300 m. di dislivello fino in vetta alla Cima Piazzi (o di Piazzo).

Il Rifugio Nicola (1900 m.s.l.m.)

Si noti la curva ove, in discesa, è possibile togliere le pelli
Salita alla Cima Piazzi o di Piazzo:

Per chi, invece, una volta sceso dal Sodadura, volesse cimentarsi nell'ascesa alla Cima Piazzi, il percorso da fare è logico ed intuitivo. Solitamente basta percorrere inizialmente le tracce delle motoslitte che condudcono proprio alla base della cima e da qui, su tracce logiche, fino in cima. Si consideri che la prima volta che sono salito su questa montagna è stato in una giornata nebbiosa con visibilità pressochè nulla e che io e la B.C. siamo arrivati in vetta con l'ausilio della bussola. Basta seguire il Nord. Quindi se la giornata è bella e c'è visibilità la gita proposta è veramente di facile intuizione.

La cima Piazzi con le tracce di salita
Una volta lasciata la traccia delle motoslitte, ci si tiene su una traccia di mezza costa sulla spalla orientale della montagna fino a raggiungere un restringimento della salita. Il percorso da fare è obbligato in quanto ci sono delle roccette sia a destra che a sinistra. Nonostante la pendenza sia maggiore e la larghezza ridotta, non c'è necessità di fare nemmeno le pertichette. Superato questo tratto di circa 20-30 metri, il percorso ritorna ampio e si procede in leggero traverso a sinistra verso la vetta su cui sorge un'altra madonnina.

In cima al Monte Piazzi
Discesa dal Piazzi:
Per quanto riguarda la discesa dal Monte Piazzi, avviene lungo l'itinerario di salita. La prima parte della discesa (200 m. circa) è bella e divertente, poi si renderà necessario spingere quasi fin nei pressi del Nicola e da qui in poi la discesa è identica a quella che dovrà fare chi, dal Sodadura non sia salito al Piazzi.


Discesa e ritorno al Culmine San Pietro:
Si ripercorre in discesa lo stesso identico itinerario percorso in salita fino ad arrivare al vecchio skilift in disuso. Qui consiglio di ripellare e percorrere, a ritroso, il tracciato fatto in salita. Le pelli si possono togliere solo una volta arrivati alla prima curva importante a destra della carrareccia (La foto di seguito, seppur fatta in salita, aiuta ad individuare il posto). Una volta arrivati qui, la pendenza, seppur blanda, consente di sciare fino al parcheggio quasi senza spingere.

Il Rifugio Cazzaniga
Veduta dalla vetta Piazzi. Si noti sullo sfondo il Resegone


Considerazioni finali: E' una gita scialpinistica facile, priva di difficoltà e di pericoli, munifica di soddisfazione e di panorami fantastici. Non credo sia adatta per dei neofiti, dato lo sviluppo piuttosto rilevante. Tra una cosa e l'altra io sono stato in ballo 5 ore e, seppur facile, l'itinerario descritto richiede di ripellare almeno 2 volte. Per chi volesse iniziare la pratica dello scialpinismo consiglio assolutamente di partire direttamente dai piani di Artavaggio salendovi con la funivia da Moggio. Così le cose cambiano radicalmente. La gita proposta può anche essere effettuata con le ciaspole, anzi, i Piani di Artavaggio sono il paradiso dei ciaspolatori.
Con una giornata tersa, la vista sulle Grigne, sul Resegone e sulle prealpi lombarde è veramente incantevole. 

Vista sul Grignone

Vista sulla Grignetta


Riferimenti bibliografici:
Cartografia: Grigne, Campelli, Tre Signori, Legnone - carta turistica 1:35.000, 2° ed., Milano 2001, Regione Lomnbardia e APT Lecchese 



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