Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11:

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Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11: 20.890 m.


mercoledì 20 marzo 2013

Monte Sagran (1931 m.s.l.m.) + Cima Bella (1921 m.s.l.m.) - Ski Alp

Alpi Giulie - Val Uque - Tarvisio (UD) - Friuli


Relazione attinente alla gita di scialpinismo effettuata in data 27 febbraio 2012 in solitaria


"Il modo migliore per iniziare a conoscere una montagna è salirci in cima"
[Toso]

Escursione effettuata anche nelle seguenti date:
26 dicembre 2010 (vetta del Sagran in solitaria);

Il Monte Sagran (1931 m.s.l.m.)


Località di Partenza: Nei pressi della Locanda al Camoscio (1130 m.s.l.m.);
Località di Arrivo: Vetta Monte Sagran (1931 m.s.l.m.) e Vetta Cima Bella (1921 m.s.l.m.);
Dislivello: 1000 m. circa complessivi (800 al Sagran + 200 alla Cima Bella);
Tempistica: 2 ore alla vetta del Sagran + 45 minuti alla Cima Bella (ripellando alla Forcella di Fontana Fredda. Si consideri che ho dovuto battere traccia);
Difficoltà: MS;
Esposizione: Sud\Nord-Est per il Sagran, Nord-Ovest per la Cima Bella;
Punti di Appoggio: Nessuno;
Percorso Automobilistico: Dal paese di Ugovizza (vedi Ubicazione alla fine di questo post) seguire le indicazioni per Rifugio Fratelli Nordio e Val Uque. Si tratta di percorrere in salita una strada asfaltata (spesso innevata ma percorribile con dotazioni invernali) che sovrasta Ugovizza. Si prosegue sempre dritti, ignorando tutte le deviazioni e seguendo solo le indicazioni per Val Uque e Rifugio Nordio. Si posteggia nei pressi della Locanda al Camoscio (che ho sempre trovato chiusa);
Discesa: Dal Sagran si scende lungo l'itinerario di salita fino alla Forcella di Fontana Fredda (1692 m.s.l.m.). Dalla Vetta Bella si scende lungo la normale.

In rosso il percorso per il Sagran, in verde quello per la Cima Bella.
In blu la discesa
Relazione: La partenza e il primo tratto di salita è in comune con la salita scialpinistica alla normale alla Cima Bella e al Monte Cocco (Vedi relazione).

Le prime baite che s'incontrano appena superato il ponticello


Quindi, dalla Locanda al Camoscio si risale la strada asfaltata (di solito percorribile sci ai piedi) o comunque i prati innevati che la costeggiano e si supera il torrente svoltando a sinistra sul primo ponte che s'incontra. Si superano le prime, bucoliche, baite in legno, ci si intrufola nel bosco seguendo l'evidente segno della carrareccia.

Subito dopo la partenza si distingue, a Nord,
 il canale del Sagran, un'invitante discesa che, forse,
un giorno tenterò


Si arriva nel volgere di pochi minuti ad un'altra baita, la si supera e, dopo aver attraversato un altro bosco di abeti, si arriva ad un secondo gruppo di stavoli. Superati anche questi si percorre, con tracciato abbastanza evidente, anche in caso di traccia non battuta, un'abetaia più fitta delle precedenti fino a che, dopo una decina di minuti si arriva nei pressi di una grande struttura in sasso e mattoni che è la vecchia miniera (ancora conservata in modo impeccabile) (1460 m.s.l.m.).

La vecchia miniera


La si può superare indifferentemente a destra o a sinistra, basti seguire, in salita, l'evidente traccia di una carrozzabile che nel volgere di un'altra decina di minuti conduce a quello che è il bivio (1536 m.s.l.m.) tra il percorso che conduce al Monte Cocco o Cima Bella e Monte Sagran.

In rosso il tracciato da seguire per il Sagran. In blu la traccia
per le normali alla Cima Bella e Monte Cocco


Non c'è alcun tipo di segnale ad indicare questa biforcazione. Se la traccia non è battuta, come nel mio caso, per sapere ove andare, occorre guardare attentamente la foto sopra riportata.
Per intenderci, la salita al Cocco e alla normale della Cima Bella, è caratterizzata da un ampio corridoio innevato che si dirama tra due macchie di abeti in direzione Ovest\Nord-Ovest (sx salendo).
Noi, per salire al Sagran, dobbiamo continuare dritti, in falsopiano, tenendo direzione Nord.
Pochi minuti dopo, capiremo di essere nella direzione corretta in quanto, anche se la traccia non è battuta, si può distinguere chiaramente il tratturo di una carrozzabile che si snoda tra gli alberi.

Il tratturo è facilmente distinguibile anche con neve abbondante


Dopo una decina di minuti (scarsi) la stradina che stiamo percorrendo fa una decisa svolta a destra superando un rio che solitamente produce una soluzione di continuità al manto nevoso. Dopo questo tornante, ho notato dei pendii che, a mio parere, potrebbero scaricare.
Si prosegue sempre seguendo il tratturo e in pochi minuti si arriva nei pressi della Forcella di Fontana Fredda(1692 m.s.l.m.). Qui si trova una vecchia sbarra arrugginita che, credo, costituisse il vecchio confine tra Italia e Austria.

Nei pressi della Forcella di Fontana Fredda (1692 m.s.l.m.)


Dalla sella si distingue chiaramente, sulla sinistra, la dorsale del versante Nord della Cima Bella e a destra il bosco che ricopre il Sagran. Sarà proprio qui che noi dovremo andare.
Da qui in poi la salita inizia ad impennarsi. Il percorso da seguire, anche se la traccia non dovesse esserci, è abbastanza logico. Superato il primo strappo, il bosco tende a diradarsi e la visuale offre panorami incantevoli sia sul versante austriaco sia su quello italiano.

La salita al Sagran è abbastanza intuibile e logica
Vicino alla Vetta del Sagran


Si giunge così, nel volgere di una ventina di minuti, alla base dell'ultimo strappo finale su cui troneggia la croce di vetta del Monte Sagran.
Senza particolari difficoltà si è in cima.

Lo strappo finale prima della sommità del Sagran
Croce di Vetta


A questo punto si tolgono le pelli e ci si butta in una bella e facile discesa che, dopo un primo tratto libero e ampio, s'intrufola in un bel bosco di conifere che però non risulta mai troppo fitto.
Arrivati in pochi minuti alla forcella si può proseguire nella discesa lungo l'itinerario di salita arrivando fino alla partenza e terminando qui la gita (attenzione che ci sarà un tratto da spingere subito dopo la forcella).
Oppure si può ripellare (come ho fatto io) e risalire la dorsale settentrionale della Cima Bella fino alla sua sommità.
Dato che non avevo mai fatto questo percorso e che ho dovuto battere traccia, il percorso che ho ritenuto opportuno percorrere l'ho indicato con la traccia rossa della foto qui riportata.

In rosso indicata la traccia da me percorsa


Non so se effettivamente sia il percorso migliore, ma è quello che ho fatto io.
Devo dire che alcuni pendii che ho attraversato su questo versante della Cima Bella, non mi sono piaciuti proprio per niente, quindi, se decidete di seguire la mia traccia, occhio al bollettino....
Dopo 45 minuti di salita, sbucare in vetta, è stato proprio emozionante.

La Cima Bella, ripresa dal Sagran, si distingue a malapena tra le brume. 


Discesa: La discesa avviene per il versante sud della Cima Bella. Dapprima si segue la cresta fino alla sella tra Monte Cocco e Cima Bella e poi giù per quel corridoio innevato che avevamo visto in salita quando abbiamo deviato verso il Sagran.
La discesa non presenta alcuna difficoltà. E' l'ideale per chi voglia approcciare lo scialpinismo.

Il Monte Cocco (1941 m.s.l.m.) ripreso dal Sagran


Considerazioni finali: La giornata che ho trovato, dal punto di vista meteorologico, non è stata bellissima. Sono partito dal parcheggio che nevicava. Ciononostante non avrei mai pensato di dover battere traccia dal bivio fino in cima al Sagran. Inoltre ho avuto come fedele compagno di salita un fastidiosissimo zoccolo. Sono arrivato in cima al Sagran veramente provato. Però non mi andava di scendere senza tentare qualcosa di nuovo, qualcosa che non avevo ancora fatto e così, nonostante la stanchezza, l'assenza di traccia e il solito zoccolo, ho deciso di provare la salita alla Cima Bella da Nord. Devo dire che anche se la gita è facile, se la Cima Bella è un panettone, se alpinisticamente non è interessante, la soddisfazione di essere sbucato in vetta è stata grande. E a me basta!
Consiglio assolutamente la gita qui descritta come tutte le altre sciaplinistiche di questa incantevole zona della Alpi Giulie.

Baite ai piedi dello Starhand, sul versante austriaco


Riferimenti bibliografici:
Pubblicazioni: Galante L., Val Uqua vocazione scialpinistica, su Le Alpi Venete 2° semestre 2009, pp. 175 -179 (Leggi articolo)
Cartografia: Alpi Giulie e Tarvisiano, Carta Topografica per escursionisti, ed. Tabacco, foglio n. 019



Il Poludnig ripreso dal Sagran






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