Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11:

Dislivellometro stagione Ski-alp 2014-15: 11.250 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2013-14: 28.750 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2012-13: 16.400 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2011-12: 5.600 m.

Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11: 20.890 m.


martedì 28 luglio 2015

Via Soldà alla Pala delle Masenade in Moiazza con variante in uscita Sergio Arban


Veneto, Dolomiti, Gruppo della Moiazza, Belluno

Relazione attinente alla scalata sulla via di roccia "Soldà" alla Pala delle Masenade alla Moiazza. Ascensione effettuata il 4 luglio 2015 da Toso, Carletto e PMI.


Piuttosto che un alpinista con la barba
preferisco un'alpinista con l'apostrofo
[Toso]


La via Soldà alla Pala delle Masenade


Itinerario automobilistico: Arrivati al Passo Duran (Vedi Ubicazione al termine di questo post) si lascia la macchina negli appositi spazi antistanti ai rifugi Tomè e San Sebastiano (1605 m.s.l.m.);
Avvicinamento: Dal Passo Duran si imbocca il sentiero n. 549 che si snoda alle spalle dei Rifugi Tomè e San Sebastiano. Dopo una decina di minuti il sentiero si immette su una sterrata che in 30 minuti conduce al Rifugio Bruto Carestiato (1834 m.s.l.m.). Dal Rifugio Carestiato si imbocca il sentiero dell'Alta Via n. 1 in direzione dell'evidente Pala delle Masenade che, dal Carestiato è visibile in tutta la sua imponenza. Lasciata sulla destra la biforcazione che conduce alla ferrata "Costantini" si prosegue sul sentiero n. 1 e in pochi minuti si giunge nei pressi dell'evidente canalone che, risalito in direzione dell'evidente colata nera, conduce all'attacco. 1 ora e 15 min dal Passo Duran, 40 minuti dal Rifugio Carestiato;


Evidenziato il percorso di avvicinamento
 lungo il canalone


Dislivello di avvicinamento: 500 m. circa dal Passo Duran, 300 m. circa dal Rifugio Carestiato;
Lunghezze: 11;
Dislivello in arrampicata: 250 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 1605 m.s.l.m. il Passo Duran, 1834 m.s.l.m. il Rifugio Bruto Carestiato;
Quota di partenza (arrampicata): 2.100 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 2.400 m.s.l.m. circa;
Difficoltà: VII° obbligatorio ed improteggibile (per la variante in uscita Sergio Arban), per il resto VI° azzerabile V° obbligato. TD+;
Soste: Tutte da attrezzare, alcune anche con integrazione di chiodi o altri ancoraggi;
Esposizione: Sud;
Vie di fuga: Nessuna;
Tipo di roccia: Dolomia;
Materiale: Normale dotazione alpinistica per arrampicata su terreno d'avventura;
Tempo di arrampicata: 7 ore e mezza, il tempo da noi impiegato (ma abbiamo perso oltre un'ora per la sola ultima lunghezza);
Discesa: Uscendo sulla cengia al termine della via si imbocca il sentiero di destra (faccia a monte) e poi si scende lungo la ferrata "Costantini". 1 ora e mezza al Rifugio Carestiato;
Attacco: Rimontato il canale detritico posto sotto la colata nera della Pala delle Masenade, si sormontano alcune facili roccette appoggiate che conducono ad una cengia posta proprio sotto una evidente fessura;


Il pallino blu indica l'attacco della via


Relazione:
Primo Tiro (III°+, 25 m.): Salire le placche in direzione dell'evidente spaccatura. Noi abbiamo fatto sosta alla base di questa fessura, su una cengia e su un chiodo. Conviene concatenare questa lunghezza con la successiva; 


Il Toso sul primo tiro
Il Toso quasi alla prima sosta. Si noti
la fessura che caratterizza la seconda
lunghezza


Secondo Tiro (IV°+, 20 m.): Risalire la bella fessura che oppone passi di IV°+ (alcune relazioni dicono V°), ben proteggibile utilizzando un masso incastrato posizionato nel fondo della spaccatura e usando qualche friend. Al termine della fenditura spostarsi a sinistra e fare sosta (un chiodo) su cengia. 



Il Toso sulla seconda lunghezza
Terzo Tiro (III°, 25 m.): Dalla sosta andare in traverso diagonale a sinistra fino ad incontrare una sosta su due spit.



L'inizio in traverso della terza lunghezza
Un'attenta sicura
L'ultima parte del terzo tiro
Quarto Tiro (V°, 25m.): Ci si sposta inizialmente a sinistra su traverso facile ma esposto, dopo 4-5 m. si risalgono le facile roccette in direzione di un diedro, lo si risale fino al suo termine, poi ci si sposta a sinistra ove si sosta su due chiodi alla base di un diedro giallo;


Il traverso che caratterizza la prima
parte della quarta lunghezza
Il diedro che caratterizza la seconda
 parte del quarto tiro

Quinto Tiro (VI°-, 20 m.): Si risale il diedro giallo che s'erge sopra la sosta, in direzione del tetto, giunti sotto il tetto ci si sposta a destra (passaggi di V° ben protetti da chiodi), poi si vince il tetto alla sua destra (VI°- protetto). L'uscita sulla cengia posta sopra il tetto è più facile sfruttando le tacche sulla parete di destra, ma così l'ultima protezione inizia ad essere un po' distante. Affrontando l'uscita direttamente, invece, ci si va ad incastrare tra il tetto e la parete, si fa un'arrampicata faticosa e poco elegante, ma l'ultimo chiodo è un po' più vicino… Sosta su piccolo terrazzino posta sopra il tetto su due chiodi;


Il Toso in partenza al quinto tiro


Il Toso ingaggia la parte dura della
quinta lunghezza
Sesto Tiro (IV°+, 35m.): Si sale il diedro fessurato che si trova proprio sopra la sosta, poi si prosegue con direzione sinistrorsa seguendo la logica linea di salita facendo attenzione al fatto che la direzione è verso sinistra. Si sosta su due chiodi su cengia (vi è la possibilità di integrare con un chiodo lontano a sx che appartiene ad un'altra via). Lunghezza non particolarmente complessa ma dalle protezioni (chiodi) pressoché inesistenti che richiede, quindi, l'utilizzo di integrazione. Conviene concatenare questa lunghezza con la successiva;


Il Toso in partenza sulla
sesta lunghezza



Si noti la linea di salita del sesto
tiro, direzione sinistrorsa
Settimo Tiro (IV°, 15m.): Proseguire in diagonale a sinistra per rocce abbastanza facili fino ad incontrare una sosta su due chiodi posta poco prima di una zona gialla. Ignorare i chiodi a sinistra. Conviene concatenare questa lunghezza con la precedente;


Il Toso sulla settima lunghezza. Si
noti la direzione diagonale
sinistra del tiro
Ottavo Tiro (VI°-, 50 m.): Dalla sosta si sale in direzione dell'evidente tettino. Si vince il tetto con un passo atletico (VI°-, ottimo chiodo di protezione posto sopra il tetto ma utilizzabile prima di fare il paso), poi si prosegue su roccia lavorata verso destra, si troverà qualche chiodo e poi si affronterà l'ultima parte della parete che oppone un'arrampicata di V° sostenuto con scarse protezioni lontane. Qualche parsimoniosa possibilità di integrare. Si esce in cengia (attenzione molti detriti) e si rinvia su un chiodo posto sul tetto, poi ci si sposta a sinistra dove si sosta su due chiodi e clessidre. Lunghezza molto impegnativa, il passo di VI°, alla fin fine, risulterà l'ostacolo meno rilevante;





La sequenza del tetto di VI°- dell'ottava lunghezza
Nono Tiro (II°, 30 m.): Andare a sinistra sulla cengia, subito dopo aver raggiunto un cordone su clessidra, abbassarsi di un paio di metri e proseguire sulla cengia fino a fare sosta su tre chiodi;


La cengia del nono tiro
Decimo Tiro (VII°, 50 m.)(Variante Sergio Arban): Si vince il muretto iniziale posto proprio sopra la sosta con arrampicata atletica (V°+). Si arriva ad una cengia intermedia, qui si dovrebbe vedere proprio sopra la testa un cordone (questa è la via Soldà), spostandosi, invece, decisamente a destra, verso della roccia gialla, si trovano altri chiodi, si segue la linea di salita che dopo il chiodo oppone un'arrampicata molto tecnica ed improteggibile (VII°), si arriva così ad una nicchia ove è possibile integrare con un friend prima di affrontare la parte successiva ancora una volta molto dura (VI°+), ma un po' più protetta. Finita la parte strapiombante le difficoltà si abbassano (rimanendo sul   V°) e, per rocce più facili, andando verso sinistra si sosta alla base di un accennato canale (sosta da creare con chiodi);


Carlo vince il primo muro sopra la sosta
Carletto subito dopo aver vinto il passaggio di VII°
obbligato e sprotetto
Carlo affronta la seconda parte del decimo tiro


Undicesimo Tiro (IV°, 35m.): Si segue il canale sopra la sosta fino al suo termine. Si sosta su larice posto sulla destra delle cengia d'uscita; 


L'uscita dalla via


Discesa: Dalla cengia posta al termine della via prendere a destra (faccia a monte) e scendere su traccia di sentiero per qualche decina di metri fino a quando si interseca la ferrata "Costantini" che, percorsa in discesa, conduce a pochi metri dal rifugio in circa un'ora e mezza. In alternativa si può andare a sinistra (faccia a monte) al termine della via, in direzione delle Scalet delle Masenade e, seguendo la traccia di sentiero in discesa si arriva all'alta via n. 1 che, imboccata a sinistra, conduce in 30 minuti al Rifugio (Questa seconda opzione non è stata provata da chi scrive);




Considerazioni finali: Via di grande soddisfazione e di ampio respiro. Si sviluppa lungo una parete che catalizza sguardi ed attenzioni. E' una via da cercare, di non sempre intuibile direzione, caratterizzata da pochi chiodi, ma, eccezion fatta per la variante del decimo tiro, sempre nei posti giusti. La roccia, da buona ad ottima, regala un'arrampicata sempre divertente e mai banale. Stupendo il quinto tiro, bello, molto delicato e psicologico l'ottavo, straordinario (per chi riesce a farlo) il decimo. Noi ci siamo trovati, senza volerlo, a fare la variante Sergio Arban.
Due parole sui miei soci… Mi hanno accompagnato in quanto dovevo allenarmi per l'esame finale da regionale… quindi GRAZIE!! Poi, per quanto attiene Carletto, che dire… Superlativo!! Si è fatto in libera e a vista il decimo tiro dove, non ho problemi ad ammetterlo, io ho risalito la corda…. Sicuro, veloce, forte, elegante, deciso, questo ragazzo ha proprio i numeri giusti, ma questo si sapeva già da qualche tempo…
Per quanto riguarda, invece, la PMI, che dire? Oramai ho perso il conto delle TD che si è fatta in meno di un anno che arrampica. Cammina veloce, arrampica con eleganza, fa sicura bene, è bella… insomma il compagno di cordata ideale… Anche perché la legge è sempre quella: piuttosto che un alpinista con la barba preferisco un'alpinista con l'apostrofo!






http://www.archivioteca.it/wp-content/uploads/2015/07/Soldà.pdf

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