Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11:

Dislivellometro stagione Ski-alp 2014-15: 11.250 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2013-14: 28.750 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2012-13: 16.400 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2011-12: 5.600 m.

Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11: 20.890 m.


lunedì 5 novembre 2012

Via Anabasi - Zucco dell'Angelone

Zucco dell'Angelone - Prealpi Lombarde - Barzio (LC)

Relazione attinente alla scalata effettuata in data 28 aprile 2012 da Toso e B.C.




"I testi importanti vanno riletti più volte nella vita,
perché ad ogni età ci insegnano qualcosa"
[Giancarlo Berardi in Julia n. 169, p. 4] 


Grignetta e Grignone innevati, riprese dalle pareti
della via Anabasi in Angelone


Itinerario Automobilistico: Da Barzio (vedi ubicazione alla fine di questo post) si raggiunge in pochi minuti il piazzale della funivia che conduce ai piani di Bobbio. Si parcheggia e ci si incammina a piedi lungo il sentiero che, nei pressi del bar, si dirama verso l'Angelone (cartellonistica);
Attacco: Dal parcheggio della funivia imboccare il sentiero che si dirama sulla sinistra (viso alla funivia) seguendo le indicazioni per il Quarto Sperone. Dopo 5 minuti di camminata pressochè in piano si arriva nei pressi di una grande frana al termine della quale sorge una casupola diroccata. Raggiungere il rudere e risalire la frana per circa 5 minuti fino a quando si giunge nei pressi di una croce in ferro ed una lapide. Poco più in alto, sulla parete, inizia la via Anabasi. Bollo giallo sbiadito sulla roccia. (10-15 minuti dal parcheggio);


L'attacco della via Anabasi. Si noti la macchia gialla sbiadita e i primi
passi della prima lunghezza. Di competenza della B.C.


Dislivello e tempo di avvicinamento: 50 m. circa, 15 minuti dal parcheggio;
Lunghezze: 12;
Dislivello in arrampicata: 250 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 800 m.s.l.m. circa;
Quota di partenza (arrampicata): 850 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 1100 m.s.l.m. - vetta Zucco dell'Angelone;
Difficoltà: 6a;
Soste: Alcune con catena, altre su alberi, altre su resinati senza catena. Necessario quindi portare un cordino per attrezzare alcune soste;
Esposizione: Sud/Sud-Ovest;
Vie di fuga: Probabilmente in doppia dalla via;
Tipo di roccia: Calcare;
Materiale: Dovrebbe bastare la dotazione alpinistica per via sportiva di tipo plasir. Portare eventualmente qualche nut per la lunghezza chiave;
Tempo di arrampicata: 
Iniziato ore 10.30 arrivati in cima alle 14.30. Siamo stati un po' lenti anche perchè avevamo davanti una cordata;
Discesa: 
La discesa avviene lungo il sentiero, indicato da segni bianco e rossi, che si dirama  nel bosco e che conduce, in 20  minuti, alla macchina;


La Valsassina dallo Zucco dell'Angelone



Primo Tiro (4c, 20 m.): Si risale la placca che non oppone particolari problematiche. Al termine della quale si  piega leggermente a destra su un terrazzino erboso. Sosta su albero. Lunghezza di competenza della B.C.


La B.C. alla prima sosta mi recupera


Secondo tiro (5b, 20 m.): Si risale un diedro camino che si sviluppa sulla sinistra di una bella placca. Attenzione: sula destra della placca si dirama una serie di fix. Si tratta di un'altra via il cui grado è sul 6a. Io, erroneamente, ho fatto un pezzo di questa via e poi, con un traverso a sinistra non impegnativo, mi sono riportato sulla retta via. Avendo fatto solo gli ultimi metri del camino, posso dire che non sono particolarmente problematici, forse un po' atletici.  L'uscita dal camino avviene su un terrazzino ghiaioso e quindi c'è la concreta possibilità di far cadere sassi proprio sul compagno che assicura. Fare molta attenzione!! I ragazzi della cordata che ci precedeva hanno fatto cadere parecchia roba. Erano un po' inesperti...


La B.C. sulla seconda lunghezza. Si noti il pericoloso terriccio
che caratterizza la seconda sosta


Terzo Tiro (5b, 30 m.): Lunghezza spettacolare che richiede un'arrampicata divertente sfruttando alcune grosse lame. Superate le quali si arriva in sosta senza problemi.

Il passaggio caratteristico della terza lunghezza


Quarto Tiro (6a, 15 m.): Dalla terza sosta si può decidere di seguire i fix di sinistra o quelli di destra. La via di sinistra si sviluppa lungo un diedro, mentre quella di destra in piena placca. Io ho optato per quella di destra anche perchè a sinistra c'erano i ragazzi della cordata che ci precedeva. La lunghezza, almeno per i primi tre chiodi è piuttosto tecnica. Microtacche e movimenti delicati. Si nota che i fix sono particolarmente vicini. Questo è segnale di passaggio duro. Ammetto che per superare l'ultimo dei fix ravvicinati ho azzerato. Vinto questo iniziale muretto tecnico, il grado si abbatte e la roccia offre abbondanti appigli.

La B.C. mi fa sicura tra il terzo ed il quarto tiro. Si noti le placche
che attengono alla quarta lunghezza
La B.C. in azione sulla quarta lunghezza



Quinto Tiro (3c, 20 m.): La via prosegue piegando decisamente a destra su larga cengia tra massi. Poi si impenna per vincere una facile placca fessurata. Su tutto il tiro c'è solo un chiodo, quindi anche se facile prestare attenzione. Brava la B.C.


La prima parte del quinto tiro
La placca fessurata del quinto tiro

Sesto Tiro (traverso su corda fissa): E' una lunghezza di raccordo che supera la grande frana. Pur essendoci una corda fissa è bene prestare attenzione alla progressione in quanto l'incedere è su terreno e sassi instabili. Si sosta proprio sotto l'evidente tetto. Possibilità di sostare anche su alberi. Da questa sosta la cordata che ci stava davanti si è ritirata. Immagino calandosi in corda doppia sul canalone...

La B.C. mi recupera sul facile ma delicato traverso


Settimo Tiro (5c, 30 m.): Per la sua caratteristica di arrampicata molto fisica questo è un tiro di mia competenza. Si parte sfruttando il diedro sotto l'aggetto e si riesce a rinviare sul fix a sinistra. Poi ci si alza facilmente fino ad agguantare delle buone prese sotto il tetto. Si rinvia allo spezzone di corda sulla destra. Si tratta di uno spezzone che di fatto allunga un vecchio chiodo infilato nella fessura. Si trova un'ottima maniglia a sinistra e con un paio di movimenti atletici si esce sopra il tetto su un piccolo terrazzo. Tutto questo l'ho fatto in libera, ma ammetto di aver faticato. Ora si affronta la fessura-camino che richiede un'arrampicata molto fisica ed atletica ma molto divertente. Tra il penultimo e l'ultimo fix ho protetto utilizzando un nut medio. Superata la fessura si arriva agevolmente in sosta. E' il tiro chiave della via, alcune relazioni dicono che sia unto, personalmente non condivido. Mi aspettavo i chiodi un po' più vicini...

La B.C. sul tiro chive
La B.C. in uscita dal faticoso diedro-camino che
caratterizza la settima lunghezza 


Ottavo Tiro (5a, 20 m.): La via prosegue lungo l'evidente fessura. Si rinvia dapprima a destra per poi portarsi sulla placca di sinistra, al termine della quale (proprio dietro un albero) si può decidere di andare o a sinistra ove troneggia un fix, oppure a destra, facendo un lungo traverso facile ma sprotetto che conduce agevolmente alla sosta. La B.C. ha optato per quest'ultima soluzione. Se si va a sinistra, invece, si arriva ad una comoda cengia e si deve fare comunque un traverso sprotetto (ma più facile) fino alla sosta. Credo però, che dall'ultimo chiodo non si riesca a vedere la sosta e quindi bisogna avere un po' di intuito per imboccare la facile cengia a destra che conduce in sosta.

La B.C. sulla fessura che caratterizza la prima parte dell'ottava lunghezza.
Dopo il cespuglio la via prosegue a destra
La B.C., in sosta, mi recupera


Nono Tiro (5a, 10 m.): La lunghezza è logica ed evidente. Il tratto chiave del tiro è una placca appoggiata ma priva di appigli da farsi in aderenza. Come sempre questo tipo di arrampicata mi mette in crisi. Tiro, ovviamente, tutti i rinvii. Ribadisco che se arrampicare volesse dire progressione in aderenza, io sarei un grande escursionista!

La B.C. in azione sulla placca che caratterizza il nono tiro
Progressione in placca


Decimo Tiro (5b, 25 m.): Dalla sosta di procede su traverso a sinistra. L'ultimo passo del traverso, quello che conduce alla base di un camino, se fatto in libera, è piuttosto delicato (ma si può tenersi al rinvio). L'arrampicata ora prosegue su una bella placca solcata da spettacolari lame, che impongono dei movimenti atletici e divertenti. La difficoltà non eccede mai il 4c ma, a mio parere è la lunghezza più bella della via. Si arriva sotto un tetto aggettante. Delle belle maniglie consentono di affrontarlo senza grosse diffioltà. Direi che siamo sul 5a. L'uscita dal tetto, invece, è un po' più delicata, direi sul 5b. Poi la sosta. Brava la B.C. che ha fatto questo tiro da prima senza grossi problemi.


Il traverso che caratterizza la prima parte della decima lunghezza
Il percorso del decimo tiro. Si noti il tetto da
vincere proprio al termine della lunghezza


Undicesimo Tiro (traverso): Dalla sosta si prosegue su comoda cengia a destra per una ventina di metri fino ad arrivare all'ultima sosta della via Condor. Per quanto riguarda le difficoltà del traverso direi che non c'è nulla da rilevare, comoda camminata su cengia. C'è anche un fix per proteggere la progressione.
Direi, invece, che è importante rilevare la presenza di una serie di fix proprio sopra la sosta prima del traverso. Questi fix disegnano una linea praticamente verticale sulla parete strapiombante. Alcune relazioni gradano questa lunghezza 6b. Un giorno, magari, proveremo a farla...

Panorama sulla Valsassina


Dodicesimo Tiro (3a, 15 m.): Si sormonta la facile paretina davanti alla sosta su cui troneggia l'unico spit del tiro. La lunghezza è senza storia. Si arriva in vetta e si recupera il secondo attrezzando una sosta su uno dei tanti spuntoni rocciosi. Accertarsi che non si muova!

L'ultimo facile sbalzo roccioso
La B.C. in vetta


Discesa: La discesa avviene lungo il sentiero, indicato da segni bianco e rossi, che si dirama  nel bosco e che conduce, in 20 minuti, alla macchina.

Foto di rito in vetta
Considerazioni finali: Via molto bella che offre un'arrampicata varia e sempre divertente. Su roccia ottima o buona, la progressione non è mai banale. Probabilmente si può abbandonare la via, come ha fatto la cordata che ci precedeva, dopo il traverso su corda fissa della sesta lunghezza. Immagino calandosi in doppia sul canalone. Fare attenzione al movimento di sassi instabili. Per il resto consiglierei di fare questa via nelle mezze stagioni oppure in inverno.


La Rocca di Baiedo dalla vetta dell'Angelone

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